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KING: NOTTE BUIA NIENTE STELLE (2010), BALLATA PER QUATTRO OMICIDI


I quattro racconti di questa antologia (o almeno tre su quattro) sono piuttosto diversi dal solito King. Pur continuando la tradizione delle antologie contenenti quattro racconti lunghi, siamo su tutt'altro pianeta rispetto a Quattro dopo mezzanotte e Stagioni diverse. In effetti potrei azzardare che Notte buia, niente stelle ci presenta un King inedito: una fusione tra quello dei vecchi classici anni Ottanta e quello dell'ultimo ventennio (lo stesso che ci ha dato la trilogia di romanzi al femminile, che qui riecheggia).
«Quando mi viene l'idea per una storia, mi metto a scriverla. Prima di iniziare, però, mi faccio sempre una domanda: cosa rende questa storia tanto importante da essere scritta? Cerco di individuare il fulcro, quel che permetterà alla storia di funzionare a un livello tematico più profondo. In 1922 è il potere del senso di colpa. In Maxicamionista è l'alto prezzo della vendetta. In La giusta estensione è la gioia meschina che ci procura la rovina altrui. Quanto a Un bel matrimonio, il fulcro è una domanda: si può davvero conoscere un altro essere umano?» (intervista su Repubblica).
1922 è il racconto della confessione di un marito che uccide la moglie distruggendo così la propria vita e quella del figlio. Triste, malinconico, dagli sbiaditi colori retrò, il racconto ha una matrice gotica che si esplicita nello stile in prima persona e negli episodi dei ratti (Lovecraft docet). King dà il meglio di sé quando dipinge atmosfere del passato, quasi come fossero altre realtà, e questo racconto resta sicuramente impresso nonostante la storia di per sé non sia nulla di nuovo (è quasi un ribaltamento del punto di vista di Dolores Claiborne).
Il secondo racconto, Maxicamionista, è una storia di stupro e vendetta. King traccia il percorso psicologico ed emotivo della scrittrice protagonista allo scopo di rivolgere ai lettori la domanda cruciale: cosa fareste se vi trovaste in questa situazione? La maestria nella costruzione del mondo interno ed esterno della protagonista ci dà un'ulteriore prova delle abilità che raggiunge il grande autore del Maine.


La giusta estensione è il teeto più estraneo a questa antologia, quello più kinghiano in senso classico. In due parole, è la storia di un patto col diavolo, con quel pizzico di citazioni ad altre opere che fanno drizzare le antenne ai Fedeli Lettori. Uno di quei racconti che restano scolpiti nella memoria. Rispetto agli altri, tuttavia, è il più vicino a un esercizio di stile perché è il King che ci si aspetta, quasi l'archetipo di se stesso.
In Un bel matrimonioinfine, una donna scopre la vita segreta del marito: assassino e stupratore, da vent'anni ricercato dalla polizia. King – peraltro ispirandosi a una storia vera – è abile a rendere il tutto perfettamente credibile e a rispondere alla domanda che vuole porre (si può davvero dire di conoscere un altra persona, anche così vicina?) mettendoci nei panni della protagonista e finendo per farci accettare l'idea che agiremmo allo stesso modo anche noi, in quella situazione. E conclude la storia con la scena forse più bella, intensa e giusta del libro (che non vi spoilererò).
Al di là delle domande su cui questi racconti si incentrano, trapela l'interesse di King a esplorare nuovamente l'universo femminile e a portare quelle stesse domande a un livello più intenso e reale, strettamente correlato alla sfera femminile. Se si invertissero le parti uomo/donna di queste storie, di fatto vere e proprie indagini psicologiche. esse non potrebbero funzionare, non in questi modo.
Sebbene la trilogia di romanzi Dolores Claiborne - Rose Madder - Il Gioco di Gerald resti insuperabile (almeno a mio avviso), Notte buia, niente stelle guadagna il quarto posto. Le sue qualità più oggettive, quelle per cui la critica lo ha elogiato, sono la perfezione narrativa e l'originalità dell'autore di giocare alla sua maniera con premesse, temi e fondali che spaziano dal fantastico al thriller e al noir. Ottima letteratura contemporanea, dunque, capace di sedurre per la sua profondità concettuale e umana. Va da sé che il King più visionario, il "narratore di mondi" che ci ha dato It, Desperation o La torre nera, non è sicuramente di casa in Notte buia.


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