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P. K. DICK: IN TERRA OSTILE & IN QUESTO PICCOLO MONDO


Storia di una coppia in crisi durante il periodo post-bellico, In questo piccolo mondo è un altro tentativo di Philip K. Dick nella direzione del mainstream, fuori dalla fantascienza che produce solitamente. Come in tutti i suoi testi, anche qui cerca di muovere una critica a un panorama politico-sociale negativo e distopico, inscritto però in un momento reale della storia dell'America. Roger, il protagonista, perde il lavoro quando le fabbriche dedicate alla produzione di armamenti chiudono i battenti, nel dopoguerra. Roger non ha fiducia nei valori in cui credono gli altri, non riesce ad agire per il bene di se stesso e della sua famiglia, è un uomo confuso, arrabbiato, orgoglioso, alla ricerca di qualcosa che la realtà non può offrirgli.
Il romanzo viene scritto nel 1957 ma resta nell'anonimato a lungo e viene pubblicato postumo. Pur essendo lodevole nell'idea e tratteggiato bene, fatica un po' a coinvolgere il lettore, vuoi per i limiti del contesto, vuoi per personaggi in qualche modo meno singolari e già visti rispetto ad altri, vuoi per la struttura a flashback che alterna il prima e il dopo, soprattutto nella prima parte del romanzo, e non permette quel ritmo incalzante fatto di parole e azioni che caratterizzava Il cerchio del robot. La seconda parte è invece più solida.
L'onestà e la spietatezza di Dick, in questo testo, sono percepibili. Dipinge l'infedeltà, il sesso extraconiugale, la crisi della famiglia, in modo tanto particolareggiato quanto poetico, facendo tesoro del proprio vissuto e facendosi beffe della censura dell'epoca. Il capitolo 17 è una delle prose più belle che io abbia mai letto sull'amore e il dubbio. Un'opera per completisti, da prendere per quello che è, ma in grado di regalare momenti davvero intensi.


Nello stesso anno di Tempo fuor di sesto, il 1958, Philip Dick scrive anche In terra ostile. Come tutti i suoi romanzi mainstream, si focalizza in primo luogo sull'irrequietezza esistenziale dei protagonisti. Troviamo Bruce, giovane talento di una grande azienda, che si fa coinvolgere da Susan, dieci anni più vecchia di lui e sua ex insegnante di scuola. I due tentano di costruirsi un futuro insieme cercando di mandare avanti una rivendita di macchine da scrivere, ma a interferire arriva Milton, enigmatica figura proveniente dal passato. E se per un momento la fortuna è dalla loro parte, nel momento dopo la coppia sembra destinata a fallire, in un circolo vizioso senza un'apparente risoluzione.
Il cuore di In terra ostile (leit-motiv peraltro ricorrente in Dick) è l'instabilità della relazione tra Bruce e Susan, ai limiti della nevrosi, e la loro sessualità libera, ovviamente condannata dall'etica dell'America puritana vissuta in prima persona da Dick. Le loro figure sono ben tratteggiate e coinvolgenti. Milton, uomo dagli obiettivi sospetti mosso dalla gelosia, è l'antagonista di Bruce, tuttavia è interessante notare che le sue azioni sono proprio quelle che, dopo aver causato i problemi maggiori, offriranno anche l'opportunità di una stabilità.
Con In terra ostile Dick ci dimostra di essere in grado di scrivere un buon romanzo non di genere, di offrire uno squarcio autentico dell'America dei suoi tempi, di comprendere ed esasperare le tensioni personali e quotidiane, il continuo conflitto tra ambizione e realismo, libertà e oppressione.

In questo piccolo mondo

In terra ostile


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