mattbriar

KEROUAC: VISIONI DI CODY

 
Neal Cassady (Cody) e Jack Kerouac

“Ora intendo interessarmi a queste cose, per tutta la vita, allo scopo di sentirmi realmente coinvolto, come uomo […] intendo parlare di queste cose con la gente – ma credo che la cosa principale resterà pur sempre questo monologo interiore che dura tutta la vita incominciato nella mente mia – contemplazione che dura quanto la vita”.
Jack Kerouac, Visioni di Cody

Sono tre le pietre miliari del “periodo d'oro” di Jack Kerouac, lanciato come un treno in corsa, profondamente immerso nel suo nuovo stile di scrittura, la prosa spontanea, liberatorio, rappresentativo finalmente dell'autenticità e del sentimento con cui vive, da una parte, i viaggi in giro per l'America e, dall'altra, le meditazioni casalinghe. Questi tre capisaldi sono Sulla strada, Visioni di Cody e Dottor Sax. Il periodo di fine anni 40 e primi anni 50 è così creativo che Jack, mentre lavora ai primi due, riempie molti taccuini con le basi di quella che poi diventerà la sua opera più visionaria incentrata sull'infanzia (Dottor Sax appunto).
Anche Visioni di Cody nasce dall'alcol, dalla marijuana e dalla benzedrina: torrenti di parole, dialoghi e monologhi, immagini coerenti e sconnesse, realtà e finzione. Ma ben più degli altri due, è un massiccio, selvaggio, allucinante ammasso di testi che si spinge molto oltre i confini del “libro di senso compiuto”. Non parliamo poi di romanzo! Scritto nell'arco di poco tempo (specie se confrontato con le tribolate gestazioni degli altri), suddiviso in tre parti, lungo oltre 500 pagine densamente scritte, Visioni di Cody è incentrato completamente sulla figura di Neal Cassady, simbolo di “eroismo di strada”. È grazie alle lettere di Neal che Jack fa suo lo stile stream of consciousness, dando forma alla prosa spontanea.
Visioni di Cody nasce in realtà come una delle prime versioni di Sulla strada: come ho spiegato nella vera storia di On The Road, infatti, è questo il romanzo che Jack propone all'editore la prima volta. Visioni di Neal, questo il titolo iniziale, risale all'autunno 1951. Ricordiamoci che la stesura del rotolo originale di Sulla strada era già avvenuta (aprile). Certe fonti dicono che Jack desidera scrivere parti aggiuntive per Sulla strada, ma in verità la relazione tra i due manoscritti è complicata e non è mai stata chiarita del tutto. Comunque, almeno nella fase iniziale, Jack non ha l'idea chiara di comporre un nuovo libro. Scrive intensamente fino al marzo 1952: a questo punto sa di avere tra le mani una nuova versione di Sulla strada, e scrive a John C. Holmes di averla terminata, e che è di gran lunga migliore di qualsiasi versione precedente. In maggio, quando va a lavorare e vivere insieme ai Cassady a San Francisco, aggiunge le trascrizioni dei dialoghi tra lui, Neal e Carolyn Cassady, ottenute grazie al registratore su bobina, una novità di quegli anni (e che utilizza per lavorare anche a Dottor Sax e Maggie Cassidy).
Durante questo anno di gestazione il manoscritto porta il doppio titolo On The Road - Visions Of Cody. Possiamo supporre che Jack intendesse soppiantare oppure fondere il testo precedente con questa nuova, dirompente opera illuminata. Di certo sappiamo che è il manoscritto di Visions Of Cody quello di cui Jack, nell'estate 1952, discute per corrispondenza con gli amici (Ginsberg e Holmes) chiamandolo sempre On The Road, e che propone all'editore ottenendo un secco rifiuto. In una lettera, Jack riconosce che la “nuova visione” del romanzo sarà “considerata impubblicabile per lungo tempo, ma per colpa della miopia degli editori”. A questo punto si mette al lavoro sulle varie revisioni dell'originale Sulla strada (quello che conosciamo) e non torna sul manoscritto di Cody fino al 1958, quando è già una celebrità e si trasferisce con la madre a Long Island (New York). Nel 1960 ne viene pubblicato un estratto, ma in versione integrale vede la luce solo nel 1973, dopo la morte dello scrittore.
Se c'è quindi un testo che, accanto all'originale rotolo di Sulla strada, rappresenta la scintilla della prosa spontanea, è questo. Se c'è anche un testo di Kerouac che rappresenta una dura sfida per il lettore, tanto più in un'edizione tradotta, Cody guadagna il primo posto. Privo di una storia e di una qualsivoglia logicità interna, fondamentale da un punto di vista storico, lo si amerà oppure lo si odierà profondamente: è comunque il testo più difficile dell'amato scrittore Beat. L'approccio corretto forse non è quello di leggerlo dalla prima all'ultima pagina, come un libro tradizionale; data la sua natura, invita a una lettura in ordine casuale, da consultare quando ne si ha voglia.



Gli articoli più recenti su Kerouac:

Commenti